LA VITA DENTRO LO SCHERMO
IL CINEMA TRA TEMPO E VIVENTE
2015
“Il cinema è la vita
con le parti noiose tagliate”
Alfred Hitchcock
Contrariamente alla frase di Hitchcock,
il film Boyhood (2014) di Richard Linklater ha fatto riemergere una
tendenza che il cinema sperimentale (Anna, 1975, di Alberto Grifi),
documentario (I bambini di Golzow di Winfried e Barbara Junge,
1961-2007, o le Up Series di Michael Apted, dal 1964) e finzionale
(la coppia Truffaut/Léaud o la trilogia di Paul Dédalus / Arnaud
Desplechin, col nuovo capitolo Trois souvenirs de ma jeunesse
presentato a Cannes 2015) ha sempre ricercato, oltre i generi e i
linguaggi, fin dalle origini con le riflessioni di Henri Bergson e la
pratica teorica di Dziga Vertov ("La vita colta sul fatto"):
l’abbraccio dichiarato, simbiotico, intimo, esistenziale, organico,
con la “vita” dei personaggi e i loro tempi reali, naturali,
biologici, ovvero di crescita, sviluppo e trasformazione.
Boyhood ha portato alla ribalta una
tendenza che con i nuovi media e i social media assume anche
implicazioni filosofiche, sociologiche e morali. Cosi, l’autore
americano ha riformulato in modo definitivo un paradigma della
modernità nel cinema. Quindi Linklater ha collocato il cinema in una
prospettiva diegeticamente esistenziale nonché intermediale, oggetto
della Media Education, in sintonia con la mutazione digitale che
trasforma la quotidianità in reality e con i processi della rete
caratterizzati dalla temporalità interminabile. Boyhood e i film
finzionali o sperimentali che precedono, assieme al cinema
autobiografico del Diary Film e degli Home Movies, si coniugano con i
fenomeni in tv come i reality, nei social media come il lifelogging
(tendenza a tenere costantemente tracce digitali della propria
esistenza con macchine e dispositivi portabili ed economici) e come
le famiglie dei “vloggers”, fino alle pratiche del selfie (forma
autoritrattistica degli user-generated media e dei video shared).
Un’altra direzione riguarda la
realizzazione nel cinema come nelle arti contemporanee (vedi il
“tempo inclinato” di Achille Bonito Oliva nella sua Enciclopedia
delle Arti Contemporanee), anche di opere “oltre misura” (le
saghe filmiche come Heimat o Harry Potter, le opere teatrali di Jan
Fabre, le composizioni musicali di Max Richter, i progetti di Marina
Abramovic ecc.), che prolungano, cioè, in molte ore, se non
addirittura giorni, mesi e anni, la fruizione, quasi a voler
contrastare, con la riproduzione e la riappropriazione del “tempo
biologico e organico”, l’alienazione contemporanea, causata
dall’accelerazione del tempo secondo le teorie del sociologo
tedesco Hartmut Rosa) e dal disembedding dal tempo e dallo spazio,
individuato dal sociologo Anthony Giddens per la tarda modernità,
come dal mondo “illuminato” ormai 24/7, secondo il libro omonimo
di Jonathan Crary. Al contempo, con ricadute sul piano sociopolitico,
etnografico, biomedico ed educativo, le scienze sociali e filosofiche
s’interrogano sul rapporto conflittuale tra la società digitale e
il ”vivente", che si riflette nell’importanza dei temi
dell’ecologia e della biodiversità, nell’istituzione di comitati
etici fino alla questione stessa della vita (origine ed evoluzione).
Le due giornate di studio realizzate a Bari, presso la Mediateca Regionale Pugliese, hanno proposto una rilettura del cinema contemporaneo in una direzione
interdisciplinare, intermediale e formativa: tra storia del cinema,
sociologia dei media e media education.
PROGRAMMA
Venerdì 4 dicembre 2015
ore 15.30
La Vita dentro lo Schermo
Il Cinema tra Tempo e Vivente
Seminario introduttivo
a cura di Massimo Causo e Elio Girlanda
a cura di Massimo Causo e Elio Girlanda
ore 18.00
La prospettiva dell'Autore:
A proposito di Tsai Ming-liang e Lee
Kang-sheng
VdS2015: La prospettiva dell'Autore: Tsai Ming-liang e Lee Chang-sheng from Massimo Causo on Vimeo.
proiezione del film
Stray Dogs di Tsai Ming-liang
Sabato 5 dicembre 2015
ore 10.00
Tavola Rotonda
modera:
Carlo Tagliabue
(Presidente CSC)
interventi
Elio Girlanda
Elio Girlanda
(critico cinematografico, Università Uninettuno Roma)
La prospettiva del Tempo
Luigi Abiusi
(critico cinematografico,
Università degli Studi di Bari):
La prospettiva teorica del filmare:
la vita, tra autore, interprete e
personaggio
Luca Bandirali
(critico
cinematografico, Università del Salento):
L'essere racconta: appunti per una
onto-drammaturgia del cinema
Anton Giulio Mancino
(critico cinematografico, Università di Macerata):
La prospettiva dell'Autore:
il caso Bellocchio
Massimo Causo
(critico
cinematografico, Torino Film Festival)
La prospettiva del Vivente
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Conclusioni
§§§
Conclusioni
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ore 17.00
La prospettiva dell'Autore:
incontro con il regista Mario Balsamo
*1*
ore 17.30
Noi non siamo come James Bond
di Mario Balsamo e Guido Gabrielli
(It. 2012 74')
segue dibattito con l'autore
ore 20.30
Mia madre fa l'attrice
di Mario Balsamo (It. 2015 78' anteprima)
segue incontro con l'autore
*2*
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