giovedì 26 gennaio 2017





LA VITA DENTRO LO SCHERMO 
IL CINEMA TRA TEMPO E VIVENTE
2015


“Il cinema è la vita
con le parti noiose tagliate”
Alfred Hitchcock

Contrariamente alla frase di Hitchcock, il film Boyhood (2014) di Richard Linklater ha fatto riemergere una tendenza che il cinema sperimentale (Anna, 1975, di Alberto Grifi), documentario (I bambini di Golzow di Winfried e Barbara Junge, 1961-2007, o le Up Series di Michael Apted, dal 1964) e finzionale (la coppia Truffaut/Léaud o la trilogia di Paul Dédalus / Arnaud Desplechin, col nuovo capitolo Trois souvenirs de ma jeunesse presentato a Cannes 2015) ha sempre ricercato, oltre i generi e i linguaggi, fin dalle origini con le riflessioni di Henri Bergson e la pratica teorica di Dziga Vertov ("La vita colta sul fatto"): l’abbraccio dichiarato, simbiotico, intimo, esistenziale, organico, con la “vita” dei personaggi e i loro tempi reali, naturali, biologici, ovvero di crescita, sviluppo e trasformazione.
Boyhood ha portato alla ribalta una tendenza che con i nuovi media e i social media assume anche implicazioni filosofiche, sociologiche e morali. Cosi, l’autore americano ha riformulato in modo definitivo un paradigma della modernità nel cinema. Quindi Linklater ha collocato il cinema in una prospettiva diegeticamente esistenziale nonché intermediale, oggetto della Media Education, in sintonia con la mutazione digitale che trasforma la quotidianità in reality e con i processi della rete caratterizzati dalla temporalità interminabile. Boyhood e i film finzionali o sperimentali che precedono, assieme al cinema autobiografico del Diary Film e degli Home Movies, si coniugano con i fenomeni in tv come i reality, nei social media come il lifelogging (tendenza a tenere costantemente tracce digitali della propria esistenza con macchine e dispositivi portabili ed economici) e come le famiglie dei “vloggers”, fino alle pratiche del selfie (forma autoritrattistica degli user-generated media e dei video shared).
Un’altra direzione riguarda la realizzazione nel cinema come nelle arti contemporanee (vedi il “tempo inclinato” di Achille Bonito Oliva nella sua Enciclopedia delle Arti Contemporanee), anche di opere “oltre misura” (le saghe filmiche come Heimat o Harry Potter, le opere teatrali di Jan Fabre, le composizioni musicali di Max Richter, i progetti di Marina Abramovic ecc.), che prolungano, cioè, in molte ore, se non addirittura giorni, mesi e anni, la fruizione, quasi a voler contrastare, con la riproduzione e la riappropriazione del “tempo biologico e organico”, l’alienazione contemporanea, causata dall’accelerazione del tempo secondo le teorie del sociologo tedesco Hartmut Rosa) e dal disembedding dal tempo e dallo spazio, individuato dal sociologo Anthony Giddens per la tarda modernità, come dal mondo “illuminato” ormai 24/7, secondo il libro omonimo di Jonathan Crary. Al contempo, con ricadute sul piano sociopolitico, etnografico, biomedico ed educativo, le scienze sociali e filosofiche s’interrogano sul rapporto conflittuale tra la società digitale e il ”vivente", che si riflette nell’importanza dei temi dell’ecologia e della biodiversità, nell’istituzione di comitati etici fino alla questione stessa della vita (origine ed evoluzione).

Le due giornate di studio realizzate a Bari, presso la Mediateca Regionale Pugliese, hanno proposto una rilettura del cinema contemporaneo in una direzione interdisciplinare, intermediale e formativa: tra storia del cinema, sociologia dei media e media education.



PROGRAMMA

Venerdì 4 dicembre 2015

ore 15.30

La Vita dentro lo Schermo
Il Cinema tra Tempo e Vivente

Seminario introduttivo 
a cura di Massimo Causo e Elio Girlanda





ore 18.00 

La prospettiva dell'Autore:
A proposito di Tsai Ming-liang e Lee Kang-sheng


VdS2015: La prospettiva dell'Autore: Tsai Ming-liang e Lee Chang-sheng from Massimo Causo on Vimeo.



  proiezione del film

Stray Dogs di Tsai Ming-liang





Sabato 5 dicembre 2015

ore 10.00

Tavola Rotonda


modera:
Carlo Tagliabue
(Presidente CSC)

interventi
Elio Girlanda 
(critico cinematografico, Università Uninettuno Roma)
La prospettiva del Tempo





Luigi Abiusi 
(critico cinematografico, Università degli Studi di Bari):
La prospettiva teorica del filmare:
la vita, tra autore, interprete e personaggio





Luca Bandirali 
(critico cinematografico, Università del Salento):
L'essere racconta: appunti per una
onto-drammaturgia del cinema







Anton Giulio Mancino
(critico cinematografico, Università di Macerata):
La prospettiva dell'Autore: 
il caso Bellocchio





Massimo Causo 
(critico cinematografico, Torino Film Festival)
La prospettiva del Vivente
§§§
Conclusioni


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ore 17.00

La prospettiva dell'Autore:
incontro con il regista Mario Balsamo

*1*

ore 17.30
Noi non siamo come James Bond
di Mario Balsamo e Guido Gabrielli (It. 2012 74')
segue dibattito con l'autore

ore 20.30  
Mia madre fa l'attrice
di Mario Balsamo (It. 2015 78' anteprima)
segue incontro con l'autore

*2*